Capodanno in Ciociaria

Capodanno i tesori della Ciociaria

Capodanno in Ciociaria dal 29 dicembre 2023 al 1 gennaio 2024 4 giorni e 3 notti

Come accade per molte denominazioni popolari, una descrizione geoantropica della Ciociaria che definisca i suoi confini e delle sue millantate peculiarità etniche non è mai stata veramente fornita. Il territorio interessato è sempre stato storicamente e amministrativamente denominato Lazio, Campagna e Marittima o Campagna di Roma e gli studi storiografici e demologici che portarono alla luce gli aspetti sociali dei cosiddetti ciociari, all’inizio del XIX secolo, trattano la questione in modo marginale, senza disporre di documentazioni precise. Il primo tentativo di dare un carattere scientifico alla questione fu fatto solo nel 1916 da Adele Bianchi che, in una pubblicazione dell’istituto geografico De Agostini, suggerì che «la Ciociaria comprende l’ampia Valle del Sacco, i Monti Ernici, il versante interno degli Ausoni e parte dei Lepini», grossomodo il circondario di Frosinone. Pochi anni più tardi lo studio fu ripreso da alcuni intellettuali fascisti frusinati le cui tesi geografiche e etnologiche furono anche bandiera delle loro idee politiche, e che arrivarono a costruire l’antropologia di una «razza ciociara», apportando nuova confusione al problema. Nel 1930 l’«Enciclopedia Italiana» riprese e rielaborò gli studi della Bianchi, considerando però Ciociaria anche parte del circondario di Sora e la valle del Gari e, discostandosi dalle opinioni degli ‘intellettuali fascisti frusinati’, ritenne esplicitamente l’area geografica descritta «priva di una propria individualità». Dal secondo dopoguerra invece, poiché nel Lazio fu conservato l’assetto amministrativo del regime, col termine “ciociaro” i governi locali promossero l’identità provinciale frusinate, e fu sollevato da diversi autori il problema di individuare se esistesse anche una «regione storica» ciociara e quali fossero le sue caratteristiche ed i suoi limiti; costoro avanzarono poi soluzioni molto divergenti fra loro. Le analisi antropologiche e toponomastiche, pubblicate dai primi anni sessanta furono tanto contraddittorie che si arrivò ad identificare la Ciociaria ora col territorio fra il Liri e i Castelli romani ora con parte dell’antica provincia pontificia di Campagna e Marittima, o persino con l’intera provincia di Frosinone o buona parte del Lazio meridionale. Altri studiosi, infatti, considerano la “Grande Ciociaria” come tutto il Lazio meridionale, includendo in essa le province di Latina e Frosinone per intero.

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