Speciale Sardegna 2023 Località Budoni
Hotel Club Euro Village*** dal 8 al 18 giugno 2023 (11 giorni 10 notti)
Budoni In periodo giudicale (dal X secolo) il territorio nordorientale sardo era parte del giudicato di Gallura, che passò poi alla fine del XIII secolo sotto il dominio del comune di Pisa. Un primo testo, molto dettagliato, che descrive anche il territorio dell’attuale agro budonese è il Liber fondachi, registro fiscale pisano del primo Trecento concernente la metà meridionale del giudicato. Nel testo sono elencate, in un esteso territorio a nord della “villa” di Posada, attualmente compreso nei comuni di Budoni e San Teodoro, numerose piccole ville tributarie del fisco pisano, da cui si desume che gli attuali territori budonese e teodorino dovevano rientrare nell’area amministrativa detta curatoria di Posada. Gran parte di queste ville, però, sono scomparse nei secoli successivi ed è attualmente arduo dare loro una collocazione geografica precisa. Tra queste si ricordano le ville di Sullay, Sortinissa, Erisquion e Tamarispa. Quest’ultimo toponimo è sopravvissuto ai giorni nostri e dà il nome a una borgata. In seguito alla conquista aragonese del 1324, il territorio fu inserito in un vasto feudo, noto anche come Contea di Montalbo, e tale rimase per tutto il periodo spagnolo e sabaudo. Il feudo aveva come principale centro amministrativo la villa di Posada e comprendeva grosso modo le aree degli attuali comuni di Lodè, Torpè, Siniscola, Posada, San Teodoro e Budoni. I territori a nord di Posada, ora in buona parte compresi nei comuni di Budoni e di San Teodoro, risultavano classificati come “salti”, che nell’ordinamento feudale indicavano aree periferiche, spopolate e boschive, funzionali sostanzialmente all’allevamento brado dei maiali, grazie alla presenza di boschi ghiandiferi, e alla raccolta della legna. Tali territori erano anche affittati stagionalmente a pastori transumanti che, nel caso dell’attuale area budonese, provenivano sia da territori interni meridionali (per es. Bitti e Lodè), sia da settentrione (Tempio). Differenza di provenienze che spiega la distinzione tradizionale, ancora evidente in zona, tra parlata logudorese nella metà meridionale del comune e gallurese nella metà settentrionale. Furono tali comunità di allevatori che, stabilizzandosi nel tempo sul territorio, avrebbero costituito, con certezza tra settecento e ottocento, i primi nuclei delle attuali borgate sparse che popolano il territorio budonese e teodorino.
Budoni In periodo giudicale (dal X secolo) il territorio nordorientale sardo era parte del giudicato di Gallura, che passò poi alla fine del XIII secolo sotto il dominio del comune di Pisa. Un primo testo, molto dettagliato, che descrive anche il territorio dell’attuale agro budonese è il Liber fondachi, registro fiscale pisano del primo Trecento concernente la metà meridionale del giudicato. Nel testo sono elencate, in un esteso territorio a nord della “villa” di Posada, attualmente compreso nei comuni di Budoni e San Teodoro, numerose piccole ville tributarie del fisco pisano, da cui si desume che gli attuali territori budonese e teodorino dovevano rientrare nell’area amministrativa detta curatoria di Posada. Gran parte di queste ville, però, sono scomparse nei secoli successivi ed è attualmente arduo dare loro una collocazione geografica precisa. Tra queste si ricordano le ville di Sullay, Sortinissa, Erisquion e Tamarispa. Quest’ultimo toponimo è sopravvissuto ai giorni nostri e dà il nome a una borgata. In seguito alla conquista aragonese del 1324, il territorio fu inserito in un vasto feudo, noto anche come Contea di Montalbo, e tale rimase per tutto il periodo spagnolo e sabaudo. Il feudo aveva come principale centro amministrativo la villa di Posada e comprendeva grosso modo le aree degli attuali comuni di Lodè, Torpè, Siniscola, Posada, San Teodoro e Budoni. I territori a nord di Posada, ora in buona parte compresi nei comuni di Budoni e di San Teodoro, risultavano classificati come “salti”, che nell’ordinamento feudale indicavano aree periferiche, spopolate e boschive, funzionali sostanzialmente all’allevamento brado dei maiali, grazie alla presenza di boschi ghiandiferi, e alla raccolta della legna. Tali territori erano anche affittati stagionalmente a pastori transumanti che, nel caso dell’attuale area budonese, provenivano sia da territori interni meridionali (per es. Bitti e Lodè), sia da settentrione (Tempio). Differenza di provenienze che spiega la distinzione tradizionale, ancora evidente in zona, tra parlata logudorese nella metà meridionale del comune e gallurese nella metà settentrionale. Furono tali comunità di allevatori che, stabilizzandosi nel tempo sul territorio, avrebbero costituito, con certezza tra settecento e ottocento, i primi nuclei delle attuali borgate sparse che popolano il territorio budonese e teodorino.